Fonte: http://www.eltangoserapopular.com.ar/?p=465
È' un posto antico con i tavoli e le sedie di legno e i piatti del giorno.
Ci sono tavoli a bordo pista e servono la cena mentre si svolge una lezione con il maestro che fa provare i passi a una dozzina di persone di tutte le età che poi si siedono chi in coppia chi in gruppo per cenare e aspettare le 22, quando entreranno in scena i ballerini più esperti .
Lei fa il suo ingresso con incedere maestoso tra i molti cenni di saluto e di rispetto e va a sedersi da sola in un tavolo d'angolo di fianco alla piccola orchestra, il tavolo di Reina.
E'una ex bella donna un po' sfiorita, un tentativo andato a male di labbra rifatte, un seno una volta imponente che il reggiseno di una misura più piccola non riesce a tirare su. Una canottiera di chiffon marrone a pois bianchi, una gonna corta di paillettes sulle cosce che mostrano impietosamente i suoi anni, le gambe magre da palestra che non riescono più a nascondere l'insulto del tempo. Ordina del vino che sorseggia distrattamente mentre la sua mano si muove incessante a sistemare i lunghi capelli biondi.
I vecchi avventori la guardano con rispetto, ma nessuno osa sedersi a quel tavolo, se non espressamente invitato.
Guarda nervosamente e a scatti verso la porta e verso la finestra che da' sul marciapiedi, dove altri frequentatori abituali amano sedersi ai tavoli apparecchiati sotto il davanzale per guardare i ballerini e bere una cerveza godendo della frescura della notte. Questa sera Reina aspetta qualcuno che tarda ad arrivare.
Il Qualcuno finalmente varca la soglia e lei sobbalza per l'emozione: entra spedito, non si guarda intorno sembra avere occhi solo per lei, attraversa la pista, raggiunge il suo tavolo, lei addirittura si alza a riceverlo, commossa ed emozionata. Non è molto alto, di corporatura robusta, pantaloni e camicia nera , scarpe di vernice, lineamenti forti e regolari , capelli nerissimi appena striati di grigio alle tempie, raccolti in un codino sulla nuca. Emana potere o meglio voglia di esercitarlo, e' molto sicuro di se e del suo sguardo da Sandokan che posa su di lei che lo guarda adorante .
Si siedono, fanno le ordinazioni e rimangono in un silenzio imbarazzato: lui parla pochissimo, non sembra in grado di sostenere una conversazione, lei è confusa, alla ricerca disperata di argomenti. Parte la musica della piccola orchestra: lui si alza e la invita.
Si allacciano sulla pista improvvisata tra i tavoli, stanno fermi per un lungo attimo guardandosi negli occhi, un rapido cenno d'intesa e partono sulle onde del tango intrecciando passi e figure. Quasi non si toccano, il contatto è limitato alle mani e ai volti che si sfiorano, i corpi sono inclinati in avanti quasi a spingersi uno contro l'altro separati da un diaframma invisibile.
Lui le ha preso la mano con la sinistra e con la destra le cinge la vita e il fianco.
La sua mano e' aperta con le dita estese, a volte la sfiora appena in un contatto quasi inesistente, altre volte fa forza sulla schiena di lei soltanto con il palmo, le dita non la toccano mai, quasi a inviarle un messaggio di potere, di appartenenza, di possesso, di attesa.
Lei ha gli occhi chiusi e si lascia completamente andare tra le sue braccia che la tengono quasi sospesa un po' sfiorandola un po'
stringendola, e fluttua come una libellula, bella, elegante, di nuovo giovane,
La coppia allacciata sulla pista non vede più nessuno, mette in atto tutti i giochi della seduzione, lei è ormai persa mentre lui le lancia ogni tanto sguardi di fuoco pieni di compiacimento per quanto riesce a fare della sua compagna.
Ballano ballano e ballano ancora, con lievi interruzioni per mangiare qualcosa in silenzio, lui continua a non parlare, sembra prendere vita solo sulla pista, lei a non sapere come alimentare la conversazione.
La magia del tango si ripete infinite volte, i corpi si sfiorano con promesse di abbandono e dedizione, la donna si affida al partner che da' il tempo mentre lei si lascia andare alle figure più complesse e sensuali.
E ancora le mani di lui che la sfiorano appena o la spingono con una breve pressione del palmo, sono due amanti che si corteggiano in un gioco pieno di promesse nel quale Reina si dà senza esitazioni e lui non fa che compiacersi con se stesso del suo potere, di cosa sia in grado di farle fare.
Ballano splendidamente in sintonia assoluta lei persa tra le braccia del suo compagno, lui perso tra le braccia di se stesso .
La musica finisce e l'orchestrina mette via gli strumenti, la coppia torna ancora verso il tavolo.
Si siedono si guardano ancora in silenzio, poi lui si alza ed esce senza un cenno nelle prime luci dell'alba.
Lei rimane sola, seduta al suo tavolo, con il bicchiere vuoto e l'inverno nell'anima: è passata un'altra notte di tango a Buenos Aires.
Dino
Ma complimenti!
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