martedì 26 gennaio 2016

La ruta 231

Dopo la valle Des Altares dormiamo al Paso de Los Indios ospiti di una famiglia cui gli amici del meccanico Adriano hanno prenotato una stanza per noi. La ripartenza al mattino è sempre faticosa: sveglia, colazione e riassemblaggio del bagaglio sulle moto sono operazioni che richiedono tempo. Ripartiamo diretti a Esquel che raggiungiamo verso le 15 perdendo due ore a girare tra le quadras seguendo le vaghe indicazioni che ci danno per trovare un autoricambi dove fornirsi di lubrificante e bomboletta per le forature che mancano al nostro già nutritissimo equipaggiamento. Esquel è un paesino alle pendici delle Ande che mi ricorda il Terminillo; c'è la stessa atmosfera di tempo immobile e di brulle montagne incombenti. Finalmente ripartiamo diretti a Los Alerces, un immenso parco naturale raccolto intorno a tre o quattro laghi con tanto di alberi secolari. La strada per arrivarci è spettacolare da un punto di vista panoramico e motociclistico e arriviamo fiduciosi al primo hotel raccomandato dal Centro Turistico di Esquel dopo 4 km di Ripio difficile trafficato e polveroso.
Ripieghiamo su un costosissimo chalet a 6 km di distanza ma ormai non abbiamo più le energie per cercare altro. Ripartiamo dal luogo bellissimo e ignobile perché più caro di Cortina e dirigiamo verso la frontiera cilena a pochi kilometri. Come al solito in Argentina di incoraggia il turismo verso il Cile, infatti la strada con asfalto perfetto lascia il posto, dopo l'ultimo bivio, a un Ripio difficult, during e polveroso.
L'ingresso in Cile è trionfale con una strada liscia come un biliardo in una magnifica giornata di sole. Il primo paese al di là della frontiera si chiama Futalaefu' e ha un aspetto 'lindo' come dicono da queste parti, la gente è educata e non ostile ma non sfoggia la disponibilità e lo spirito di collaborazione e la solidarietà degli Argentini. Il paese da' immediatamente l'impressione di una migliore organizzazione in generale, sembrano piu seri, i Cileni, meno sudamericani, meno latini, un po' più chiusi e freddi degli Argentini.
Ci lasciamo alle spalle Futalaefu' e ci avviamo per la ruta 231 che si annuncia tutta di Ripio. In breve ci ritroviamo immersi in una natura meravigliosa ed esuberante, fatta d'alberi frondosi che non fanno passare i raggi del sole, di scorci e panorami diversi a ogni curva, di fiumi e torrenti gonfi di acque che si seguono a tratti o si attraversano su stretti ponti di legno. La differenza con le immense distese di arbusti della pampa Argentina è stridente. La strada è impegnativa per noi e per le moto e sembra non finire mai ma è un vero tripudio di bellezze naturali che si susseguono chilometro dopo chilometro. Ci sono molti lavori in corso, gli operai ci salutano e i camionisti ci danno strada. Al tramonto sbocchiamo sulla N 7, alla confluenza tra le due rutas c'è un gruppo di case che è difficile chiamare paese ma che un cartello indica come Villa Santa Lucia. Troviamo ospitalità in una casa carina e pulita ma quando usciamo per cercare un ristorante ci rendiamo amaramente conto che non ce ne è traccia. Troviamo aperta una bottega che ricorda quelle dei paesi nell'Italia prebellica dove una poco incoraggiante signora ci fornisce malvolentieri formaggio, crackers, cioccolato e una bottiglia di vino. Comincia anche a piovere, ci ritiriamo nella nostra stanza e ceniamo con le poche cose che siamo riusciti a comprare ma siamo allegri ed eccitati, abbiamo superato un'altra bella prova, trascorso una bellissima giornata e domani ci aspetta la Carretera Austral.

Dino

1 commento:

  1. Dajeeeeee ragazzi
    una cena a base di solo formaggio crackers cioccolato e vino non vi fermeranno
    avete un ottimo carburante, l'allegria, anche se sono un po' preoccupato quando siete soli in stanza e vi sentite eccitati .... :-) :-)
    tutta invidia la mia ovviamente

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