La Carretera Austral (ufficialmente ruta CH-7) nota anche come Camino Austral Longitudinal, attraversa longitudinalmente tutto il Cile fino alla Patagonia argentina.
Costruita per scopi militari e fortemente voluta dal Generale Pinochet, attraversa regioni raggiungibili altrimenti solo via mare, estendendosi per oltre 1200 km dei quali noi ne abbiamo percorso oltre 600 della sua parte centrale. El Camino Longitudinal si snoda tra paesaggi incontaminati ed è la prosecuzione ideale della Panamericana che inizia da Anchorage, in Alaska.
Il progetto fu messo in opera nel 1976 e si presentò come un'impresa titanica dai costi proibitivi. Le difficoltà da superare erano molte, soprattutto dovute alla morfologia del terreno, con la presenza delle Ande e dei suoi ghiacciai, di numerosi laghi e fiumi da attraversare.
Rappresenta tante cose la Carretera Austral, riporta alla memoria anche ricordi amari, il sogno di Salvador Allende e la sua tragica fine, la dittatura, la squadra italiana di tennis che va a vincere la coppa Davis nello stadio delle esecuzioni di massa...
"La terra è lunga e sporca
è pietra di vulcano
polvere levata dal vento australe.
Non vedo più una strada
è una ferita d'odio
un salto nel passato da ricordare.
Balla sulla Carretera Austral
Viaggia sulla Carretera Austral
Balla sulla Carretera Austral
Balla..."
Modena City Ramblers, 2002
In realtà la Carretera Austral è la quintessenza del Cile, delle sue contraddizioni e delle sue sfolgoranti bellezze naturali, è una ruta che riserva sorprese ad ogni curva , non è mai uguale a se stessa o al tratto precedente.
La strada sembra animarsi mentre scorre veloce sotto le ruote che disegnano una curva dopo l'altra agendo solo sul freno motore e l'accelerazione, senza mai scalare o toccare i freni. Ti trasmette sensazioni di forza e di potenza ma anche di dolcezza, ti senti tutt'uno con la moto mentre voli sul tratto d'asfalto perfetto tra boschi e foreste e cominci a cantare:
"Ha un motore di un milione di cavalli che al posto degli zoccoli hanno le ali, è fulmine, torpedine, miccia, scintillante bellezza, fosforo e fantasia, molecole d'acciaio, pistone, rabbia, guerra lampo e poesia".
Francesco De Gregori, 1982
Tutto cambia all'improvviso quando arriva un Ripio che si dimostra molto impegnativo con bruschi saliscendi. Valichiamo una montagna che l'opera dell'uomo sta modificando per renderla meno selvaggia e più percorribile. Sono opere impegnative, dovunque grandi cartelli che inneggiano al Camino Longitudinal come simbolo dell'unità di tutti i Cileni mentre operai e addetti lavorano in condizioni difficilissime e ci salutano mentre passiamo. Non possiamo non pensare a quella meraviglia selvaggia che presto non ci sarà più, addomesticata e sventrata dalla mano dell'uomo in nome del progresso e più verosimilmente del turismo globalizzato. Ci guardiamo durante una breve sosta tra alberi scheletrici bruciati dal fulmine, ci sentiamo fortunati di aver vissuto questa meravigliosa esperienza e ci inteneriamo pensando al quarto sfortunato caballero che non è potuto essere con noi ma che è nonostante tutto sempre con noi. Dobbiamo sbrigarci a tornare, a rivivere la carretera selvaggia tutti e quattro, prima che arrivino i pullman del turismo organizzato.
Di colpo di nuovo tutto cambia, siamo tornati in pianura, il fondo stradale è di nuovo perfetto e il nastro d'asfalto corre tra curve dolci circondato da prati verdi a perdita d'occhio, sembra di essere
in Svizzera.
Non mancano panorami spettacolari dove l'occhio si perde come sullo sterminato lago General Cabrera, in condivisione con l'Argentina sul cui versante prende il nome di lago Buenos Aires: qui la Carretera panoramica da' il meglio di se, ogni curva è un ulteriore invito a fermarsi, ad ammirare vastissimi scenari con specchi d'acqua azzurra a perdita d'occhio, isole verdeggianti che si stagliano sulla cornice dei monti circostanti.
Pieghiamo infine verso est e imbocchiamo una strada non segnalata che porta al confine e al nostro ritorno in Argentina: ecco di nuovo El Ripio come linguaggio e simbolo, non c'è una segnalazione se non a strada inoltrata, le condizioni del fondo sembrano un invito a desistere all'insano proposito di lasciare il Cile, per più di 80 km di paesaggio lunare indescrivibile, tra montagne spoglie e altopiani infiniti diretti al Paso de Roballos. Strepitoso!
Dino
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