domenica 6 maggio 2018

Da S.A. de Los Cobres a Tolar Grande

Il sonno ristoratore mi ha ritemprato dalle fatiche di ieri.
Anche per quanto riguarda l'altitudine devo dire che il corpo si sta comportando bene forse anche grazie alle miracolose pastiglie che mi ha elargito il prode Claudio.
 
Le moto ieri si sono comportate molto bene sicuramente per il tuning sul carburatore che ha fatto il meccanico Sergio a Salta.

Però questa mattina abbiamo fatto un controllo sull'olio e necessitano aggiunte sia la mia moto che quella di Claudio. Per i consumi, nonostante il tuning di cui sopra, la mia continua a consumare meno di quelle di Claudio e Dino.

Oggi la tappa non sarà così "facile" come quella di ieri. Infatti, per arrivare a Tolar Grande ci aspettano circa 220 km di sterrato.

Già nei primi 10 km sono saltate le riparazioni al mio cupolino per cui, mentre guido su terreno insidioso, devo preoccuparmi di tenere in sede il cruscotto che, diversamente, rischia di saltare del tutto.

Occorre porre rimedio.

Sfrutto la pausa al "Viaducto della Polvera" per trovare una soluzione.

Gonzalo in questo è veramente abile perché riesce a riaprire due fascette che ho recuperato ed utilizzare alcuni fori del cupolino per tenere il cruscotto in sede.

L'intervento è efficace perché a fine giornata, dopo tutti gli scossoni subiti, la riparazione tiene. Bravo Gonzalo!

Attraversiamo alcuni salares veramente spettacolari. Arriviamo al "Desierto del "Diable" e salendo per l'impegnativa "Ruta delle siete curvas" arriviamo a dei magnifici punti panoramici da cui osserviamo uno spettacolo veramente unico, quasi lunare (anche se sulla Luna, ovviamente, non ci sono mai stato). Dopo passiamo al cosiddetto "Labirinto" in cui la strada si inerpica in numerose curve, contornate da collinette, offrendoci punti di vista sempre diversi. Ogni curva meriterebbe una fermata per le foto ma così facendo arriveremo troppo tardi a Tolar Grande. Riduciamo quindi le fermate al minimo.

A 10 km da Tolar Grande troviamo una deviazione che ci porta con 5 minuti di camminata (salvifica per i nostri fondoschiena) a questo mare di alta quota dove alcuni batteri sono riusciti a riprodursi e a mantenere un po' di vita in un ambiente salino totalmente ostile.

Arriviamo a Tolar Grande. Considerata la calca di Salta eppoi passare al semplice villaggio di San Antonio de los Cobres, infine arrivare in questo avamposto sperduto ai confini con il Cile ci si stupisce e ci si domanda come l'uomo (e la donna) si possa adattare a condizioni così estreme.

Anche noi ci adattiamo ad un hospedaje in cui veniamo sistemati in una grande camerata fatta di letti a castello. Il freddo è pungente per cui viene accesa una stufa a legna che lenisce le basse temperature esterne.

Anche qui però Mauricio riesce a scovare dal suo magico cappello il modo di prepararci un aperitivo degno di questo nome, trova anche le birre e riesce, con l'aiuto di Gonzalo, ad ordinare una cena fatta di empanadas. È infatti l'anniversario di non so quale evento e ci sono alcune signore che si stanno dedicando a cucinare empanadas per il villaggio e noi ne approfittiamo per comprarne 35 (7 a testa) incluso ovviamente il biglietto lotteria che non sapremo MAI se avremo vinto.

Questa volta, a differenza della precedente, tra aperitivo e cena passano due ore per cui io ne approfitto per farmi un riposino.

Mi svegliano mentre probabilmente sono nella fase REM in cui sogni incredibili si sono accavallati. Mi trascino giù dal letto e mi siedo a tavola per deliziarmi con delle ottime empanadas. Non ho più sonno e quindi tergiverso scrivendo articoli per il blog che l'efficiente Claudio, di tanto in tanto, mi sollecita. Spero che Dino arrivi presto con i suoi avvincenti racconti.

Franco
















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