giovedì 9 febbraio 2017

Amarilla, Azul y Negra

In questo blog si è parlato di luoghi, di incontri, di emozioni ma non si è ancora detto molto delle vere protagoniste di questo viaggio, le nostre moto, le Poderosas. Sono loro che ogni giorno faticano veramente portandoci lungo nastri d'asfalto infiniti, talvolta lottando contro venti violenti oppure arrancando per sterrati, dove avremmo paura di rovinare le sospensioni delle nostre auto e moto cittadine. Noi provvediamo alla benzina e indichiamo la via, al resto ci pensano loro. Chiedono un po' di coccole ogni tanto ma la manutenzione è davvero minima, si accontentano poi di qualche fascetta e di un po' di nastro adesivo per curare qualche piccolo malanno. Le abbiamo scelte apposta per questo viaggio, seguendo il consiglio dell'amico Daniele, esperto di enduro. Sono delle Honda Dominator 650 con età variabile dai 16 ai 21 anni, comprate da privati che le avevano messe in vendita. La Dominator è una moto semplice e robusta, adatta al fuoristrada ma anche ad un impiego misto, può portare bagaglio, è senza elettronica e accessori vari che possano dare problemi, nell'ottica che tutto quello che non c'è non si può rompere. Le abbiamo prese uguali per minimizzare i ricambi da portarci dietro, si differenziano solo per il colore, Azul quella di Dino, Amarilla quella di Franco e Negra la mia. E, data la meta, questi sono anche i lori nomi.
Si sono incontrate per la prima volta all'aeroporto di Fiumicino ed hanno subito solidarizzato. Si chiedevano che cosa le aspettasse e Negra, che aveva passato tanto tempo in garage con me mentre le costruivo il portapacchi, ha detto:
"Ho sentito parlare di Patagonia e Sud America, non so dove siano ma sembra siano bei posti".
"Speriamo bene" - fa Azul - "Chi si aspettava questo cambiamento di vita. Certo non si stava male con i nostri proprietari precedenti, avevano qualche sogno ma ci lasciavano sempre in garage".

"Questi di sogni invece ne hanno anche troppi" - fa Amarilla - "certo sono un po' anziani, ma ci hanno preferito a moto più giovani e sexi, magari superdotate mentre noi siamo magroline, ossute, tutto motore, telaio e poche carene. Diamo loro fiducia. E poi un viaggio in aereo, quante di noi hanno l'opportunità di vivere una simile emozione".

È così è cominciata l'avventura che ci ha portato a Ushuaia l'anno scorso dopo un viaggio di oltre 6000 km e che ci sta portando ora al nord dell'Argentina con un viaggio di lunghezza analoga. Le Dominator si sono confermate un'ottima scelta, sicure, affidabili e pazienti. Parliamo molto con loro durante le lunghe ore di viaggio e del resto con chi altro potremmo mai farlo. Viviamo nello stesso giorno situazioni molto diverse, passando dai lunghi trasferimenti su strade dritte e interminabili, dove sia noi che loro tendiamo ad addormentarci, a esaltanti tracciati di montagna, dove si inanellano curve perfette, una dietro l'altra, senza toccare i freni, in un'armonia completa tra noi, loro e la strada, la quintessenza del piacere di andare in moto. Però poi arriva il ripio, lo sterrato anche cattivo e qui la musica cambia, le signore moto salgono in cattedra e i rapporti diventano tesi. So che l'anno scorso si erano dette ai primi assaggi di ripio:

"Certo questi non sono dei campioni in fuoristrada ma ci provano e poi di ripio ce n'è tanto e non si può evitare, aiutiamoli noi, che siamo del mestiere, prima che ci facciamo male tutti quanti".

Ma, come dicevo, a volte ci sono dei battibecchi, specie quando il ripio è più sconnesso e, nel mio caso, la povera Negra subisce scossoni e vibrazioni continue e fortissime, tanto da far temere che possa smontarsi tutta in un istante.

"Alza il culo dalla sella e dai gas" - mi fa - "lo sai che in fuoristrada si guida in piedi così il tuo peso mi grava più in basso sulle pedane e ho più libertà di assecondare i movimenti del terreno, anche tu mi controlli meglio".

"Si Negra lo so, ma in piedi mi stanco presto e non vorrei perdere concentrazione, che poi chissà dove andiamo a finire entrambi".

Ma lei insiste: "Sfaticato cagasotto, sul toule ondule' non puoi farmi subire ogni corrugazione del terreno, mi fai sfasciare le sospensioni, devi dare gas e farmi volare sulle creste, almeno provaci".
"OK Negra, ci provo, ma qui mi sembra difficile e mi sembra di andare già abbastanza forte, aspettiamo un pezzo più tranquillo, abbi pazienza".

E ci sono state situazioni in cui l'esperienza e la freddezza delle Dominator ci hanno tirato fuori dai guai. Qualche giorno fa, per esempio, ci siamo trovati all'improvviso su un tratto di strada in costruzione dove avevano steso un alto strato di ghiaia in cui la ruota anteriore faceva fatica a trovare e mantenere la direzione. Io non so se perché andavo troppo piano o troppo forte ho perso il controllo e Negra ha cominciato a sbandare paurosamente da una parte, nel tentativo di raddrizzarla ho amplificato lo sbandamento dalla parte opposta, a questo punto Negra mi grida: "Non agitarti, ci penso io, tu bada solo a tenere il gas aperto ... non chiudere....non chiudere". "Uff! Siamo dritti, meno male, brava Negra, grazie".

E so che anche i miei compagni hanno vissuto situazioni analoghe e sono sicuro che i dialoghi siano stati della stessa natura.

Insomma non potevamo trovare compagne di viaggio migliori, siamo loro grati per tutta la strada che ci hanno fatto percorrere e siamo sicuri che anche loro ci sono riconoscenti per averle coinvolte in questa bellissima avventura.

Claudio




















2 commenti:

  1. Bellissimo post. Mi immagino le Dominator a parlare fra di loro... o magari a bisbigliare con il Pinguino in un linguaggio incomprensibile! Che storia! :)

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  2. Hai fatto come al solito un'acchiappanza. Ahahah. Lo so che per te è più facile parlare con un mezzo di trasporto che con un essere umano!!!!

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