(Questo video è stato scelto da Franco come colonna sonora di questo post - potete ascoltarlo spingendo Play, mentre leggete il testo)
I bikers sono un popolo trasversale che ha per patria le strade del mondo e che su quelle si confronta e si ritrova continuamente.
Ci si saluta quando ci si incrocia come si fa per mare, ci sentiamo diversi dagli automobilisti, rinchiusi nelle loro scatole di latta, noi siamo quelli a contatto con la strada, il vento, il sole e la pioggia.
È' variegato e composto il popolo dei bikers ma è sincero, forte e solidale: in un paese immenso come la Patagonia ci si incontra di tanto in tanto per lo più alle stazioni di servizio o nei punti di ristoro e ogni volta ci salutiamo, ci raccontiamo percorsi, tappe avventure.
- Siete diretti a sud o a nord?
Di solito è la prima domanda e poi giù racconti su quello che si è visto e sulle strade percorse, sugli itinerari, le tappe, i paesaggi, le emozioni.
L'abbiamo soprannominata l'olandesina volante: Greta viene da Amsterdam, è molto simpatica e vivace, gira insieme a un ragazzo tedesco altissimo, ma lei ci dice con la faccia furba che non è molto sveglio e sfreccia via con un sorriso malizioso stampato sulla faccia. Vanno verso sud, in mezzo al Cile abbiamo trovato un suo messaggio di saluto lasciato sulle nostre moto, buona strada.
L'abbiamo soprannominata l'olandesina volante: Greta viene da Amsterdam, è molto simpatica e vivace, gira insieme a un ragazzo tedesco altissimo, ma lei ci dice con la faccia furba che non è molto sveglio e sfreccia via con un sorriso malizioso stampato sulla faccia. Vanno verso sud, in mezzo al Cile abbiamo trovato un suo messaggio di saluto lasciato sulle nostre moto, buona strada.
Emanuel è un ragazzo belga che viaggia da solo: è super attrezzato ed equipaggiato, ha già girato mezzo mondo, con la sua enduro privilegia il Ripio e se lo va a cercare, dorme in tenda, si ferma a nuotare nei torrenti di montagna, o a fare lunghe camminate. Lo abbiamo incrociato varie volte e ci siamo fatti un sacco di feste.
Ci fermiamo in una piazzola di sosta prima di Puerto Madryn e veniamo raggiunti da un gruppo di bikers brasiliani con maxi moto che stanno girando la Patagonia andando a sud lungo la costa atlantica e risalendo per il versante sul Pacifico. Sono una banda di allegroni e ci coinvolgono in battute, risate e fotografie. Arriva anche un pullman di signore argentine che ci offre pezzi di torta fatta in casa che mangiamo lì in piedi, in mezzo alla strada, tra frizzi e lazzi.
Bajo Caracoles è un incrocio di strade con quattro case ma, nonostante Chatwin, è un posto cruciale nelle rotte dei motociclisti. Mentre aspettiamo che venga sistemata la moto di Claudio in quel bar insignificante continua a entrare gente di tutti i tipi. Arrivano due svizzeri, elegantissimi nelle loro tute di pelle, hanno due BMW prese a nolo, parlano un ottimo italiano. Hans è alto e prestante sui 50 anni, capelli brizzolati e sorriso da ragazzo, Jurgen è più anziano, piccolino, pochi capelli, occhiali tondi tante rughe. Li incontriamo ancora un altro paio di volte e sono sempre cordiali, felici e sorridenti, sono di ritorno da Ushuaia, si preparano a rientrare, sembrano proprio una coppia molto affiatata.
I due ragazzi sulla Suzuki stracarica fino all'inverosimile sono australiani, lei è piccolina minuta e bruna lui biondo con la barba e gli occhi azzurri. Hanno acquistato la moto in Sudamerica e sono in giro da nove mesi, hanno persino una canoa con la quale vogliono attraversare non so quali rapide. Li incontriamo sul traghetto da Puerto Natales a Porvenir insieme a una banda di brasiliani con mega BMW super accessoriate tutti griffati in un trionfo di caschi e tute monocolori, interfono e microfonini che guardano con leggera aria di superiorità i nostri piccoli ed essenziali Dominators. Ci ritroviamo tutti sul Ripio per Rio Grande dove affrontiamo insieme la prova del mare di fango, e là diventiamo tutti uguali di fronte alle vere difficoltà, non c'è griffe che tenga o atteggiamenti del tipo lamiamotoèmegliodellatua. Siamo tutti fermi in fila indiana davanti alla strada che è diventata un campo di patate con il fango alto dieci centimetri che sembra voglia risucchiare gli stivali per non lasciarli più andar via e la betoniera con le sue dieci ruote ribaltata su un fianco a far da monito ai pazzi che osano sfidare quel magma maligno.
Ci organizziamo e facciamo attraversare una moto per volta con il pilota in sella e due ai fianchi a sorreggerlo: a passo d'uomo e con molta fatica riusciamo a traghettare tutti dall'altra parte, compresa la Suzuki stracarica. Alla fine siamo veramente tutti uguali, il fango ci ha affratellati, moto, stivali e tute sono del medesimo colore.
Le Dominator vanno e vanno sul Ripio maligno anche se la fatica e la tensione sono enormi in attesa che il fango ricompaia, come puntualmente accade più volte, su saliscendi insidiosi e curve maligne. Incrociamo di nuovo i bikers brasiliani e questa volta riceviamo solo grandi manifestazioni di stima, rispetto e approvazione.
Ma il popolo dei bikers è ancora molto più di questo. Fabian ci ha fermati a Buenos Aires in mezzo alla strada per dirci della sua Associazione di motociclisti offroad, poi ha chiamato il suo amico Guillermo 2000 km più a sud che ci ha trovati e contattati sul blog, ci ha prenotato l'albergo a Puerto Natales, è venuto a cena con noi e ci ha dato un sacco di consigli. A Benito Juarez ci ha avvicinato un biker che ci ha accompagnato in un albergo pulito ed economico. A Trelew ci hanno indirizzato è accompagnato dal meccanico Adriano Lazaro che ha risolto i problemi di carburazione della mia moto.
Siamo stati avvicinati infinite volte da motociclisti argentini che volevano rendersi utili, dimostrarci simpatia, affetto, condividere con noi la strada, il progetto, il sogno, il viaggio. Ritrovare tutto questo, la solidarietà e la vicinanza della gente comune è stata la più toccante delle esperienze.
Dino
Dino,tu sai della mia stima per te come chirurgo è grande e comprovata dalle tue "manomisioni"; tuttavia sento che quella per il narratore sta eguagliando l'altra. Sei bravissimo !!! Vi seguo con grande affetto, qualche rimpianto e un pò di invidia.
RispondiEliminaAldo
Si, Bruce è perfetto per questa avventura. Unico neo: non gli somigliate molto ! (eh,eh)
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