giovedì 4 febbraio 2016

Don Juan

Laguna Amarga è una delle entrate del parco delle torri del Payne nella Patagonia cilena, un vastissimo territorio di centinaia di migliaia di ettari che circoscrivono montagne aguzze, ghiacciai eterni, verdi vallate, torrenti gonfi di acque cristalline, laghi immobili e infiniti.
Laguna Amarga è anche il nome della Estancia di don Juan, dove si allevano gli animali, si affittano le camere ai turisti con possibilità di cenare. È a due km dall'ingresso del parco, non c'è niente intorno a Laguna Amarga, un altopiano spazzato dal vento con l'erba secca di sole tagliata corta, i picchi delle torri del Payne a ovest che ti osservano dall'alto della loro possanza dall'alba al tramonto che non arriva mai.
Dei tre corpi di fabbrica uno è adibito a sala ristorante e cucina, l'altro alle camere per i turisti, il terzo ospita il generatore di corrente elettrica e la casa padronale. Nel vasto prato bruciato dal sole e dal vento con il massiccio del Payne sullo sfondo, un bimbo solitario tira calci a un pallone e una signora dal viso dolce immobilizzata su una carrozzella elettrica porta a spasso un bimbo di pochi mesi seguita da un'adolescente con un cappellino militare e delle vistose calze a rete.
Miriam è la moglie di don Juan, è paraplegica da trent'anni, da quando una brutta caduta da cavallo le ruppe la schiena condannandola all'immobilità e a veder crescere i sui tre figli e tutti i suoi nipoti stando alla finestra di una vita spezzata.
Gli inservienti a tarda notte, quando tutti sono a dormire, il generatore è spento e la casa intera è immersa nel buio, raccontano alla luce delle sigarette che lei stesse fuggendo a cavallo di notte, innamorata di un gringo che le aveva fatto perdere la testa. Don Juan l'aveva cercata e inseguita per tutta la notte per trovarla la mattina successiva in un dirupo con la schiena rotta e la sua cavalla vicino.
Non è infelice Miriam, racconta la sua storia e la sua situazione di invalida in quel luogo sperduto con la massima naturalezza...

- Sono più di trent'anni che vivo qui, dove potrei altrimenti? Sono prigioniera di questi monti, di questo vento implacabile, ma questa è la mia terra.

Suo marito la tratta con profondo rispetto, lei sembra non vederlo, vive la sua vita di reclusa con dignità e pudore, all'ombra delle torri del Payne, quasi non si parlano.
Don Juan ha sessantotto anni, un corpo tozzo dalle gambe curve di chi ha cavalcato tanto, un volto di cuoio che sembra una maschera ghignante che si allarga nei rari sorrisi a scoprire due file di denti bianchissimi da lupo, un lupo dagli occhi piccoli e dal colore indefinibile.
È nato in quella terra, figlio di emigranti croati costretti a fuggire al regime alla fine della seconda guerra mondiale. La famiglia si stabilì in quella zona, gli uomini lavoravano negli allevamenti al soldo dei grandi latifondisti o aprivano delle piccole imprese in paese, come la panetteria di suo zio nella quale anche sua madre lasciò giovinezza e salute. Venne il grande sogno di Allende nel 1970 con la riforma agraria: i grandi latifondi furono ridistribuiti a più di centomila famiglie contadine, mentre il paese andava in crisi sulla spinta dell'embargo posto dagli Stati Uniti. Nel Settembre del 1973 il colpo di stato della giunta militare al comando del generale Pinochet e il suicidio di El Chico assediato nella Moneda restiturono il potere alla conservazione e diedero il via alle esecuzioni di massa nello stadio di Santiago. Si instaurò un sistema economico ultra liberale che in breve fece arrivare l'inflazione alle stelle. Le denazionalizzazioni imposte dai Chicago Boys, gli esperti in economia inviati dal governo degli Stati Uniti, offrirono l'intero paese agli appetiti voraci degli investitori stranieri. Il 30% delle terre espropriate fu restituita ai legittimi proprietari, il restante fu messo all'asta. Don Juan capì subito che quella era l'occasione della sua vita: sedusse e sposò Miriam, figlia dei latifondisti di Laguna Amarga e con la sua dote acquistò le terre dove suo padre si era rotto la schiena per tutti quegli anni.
Ed eccolo qui don Juan, una vita al galoppo, due estancias di proprietà e quel sorriso da lupo . E intorno a lui solo vento.

Dino


1 commento:

  1. Don Juan è contento perché sua moglie non potrà più tradirlo e grazie ai suoi soldi è proprietario terriero. Come si dice a Napoli: è n'omme 'e merd

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